Patrizia Cattaneo


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Patrono degli esorcisti

Aiuti per la liberazione > San Ciriaco D. e M.

SAN CIRIACO DIACONO E MARTIRE
PATRONO DEGLI ESORCISTI
Patrizia Cattaneo


Anche gli esorcisti hanno un santo a cui votarsi, è il caso di dirlo. San Ciriaco Diacono e Martire è considerato infatti il loro patrono, sia per le liberazioni dal demonio da lui compiute in vita, sia per il suo influsso particolarmente efficace durante gli esorcismi. Venerato nel Santuario di Torre Le Nocelle (AV). L'azione del martire si rivela particolarmente efficace in occasione dei suoi festeggiamenti che ricorrono il 16 marzo e l’8 agosto.

Il Santo visse in epoca dioclezianea e il suo vero nome era Sesto Sessio, figlio di Quinto Sessio, marchese della Tuscia, l’odierna Toscana. Convertitosi al cristianesimo fu battezzato col nome di Ciriaco e divenne diacono. Per i numerosi miracoli ed esorcismi da lui compiuti, l’imperatore Diocleziano lo chiamò a corte per guarire la figlia Artemia, gravemente inferma e posseduta dal demonio. Successivamente Ciriaco fu inviato in Persia, dove liberò dal demonio anche la figlia del re Sapore e battezzò, insieme ai sovrani, altri 430 persiani convertiti alla fede cristiana. Ma nell'anno 305, sotto l’imperatore Massimiano Erculeo, feroce persecutore dei cristiani, la testimonianza di fede gli valse il martirio, che avvenne per decapitazione sulla via Ostiense a Roma, dopo aver subìto l’efferata tortura dello slogamento delle carni e della pece bollente versata sul capo.
sue insigni reliquie, custodite in Santa Maria in via Lata a Roma, furono traslate nella cappella del Santuario a lui dedicato a Torre le Nocelle (AV), l’8 agosto 1635 dove si conservano tuttora in un busto ligneo che raffigura il Santo in abiti diaconali, con la palma del martirio e il libro degli esorcismi in mano. L’arrivo delle reliquie segna l’inizio del suo culto e una serie ininterrotta di grazie straordinarie.
Nel 1993 fu donata al Santuario torrese anche la reliquia del sangue di San Ciriaco e le grazie e le liberazioni si moltiplicano. Durante la novena che precede le feste del martire, l’insigne reliquia viene esposta e talvolta il sangue, normalmente coagulato e di color rosso scuro, si liquefa davanti alla folla dei fedeli riuniti in preghiera, aumentando di volume e diventando rosso vivo.

Gli abitanti del luogo sono devotissimi al Santo e alcuni gli devono la vita, come l’Avvocato Carmine Capone di Solofra (AV), coautore con Don Michele Bianco di un ponderoso volume dedicato al martire e, in precedenza, autore di una sua prima biografia, dettata dalla riconoscenza al Santo, il cui ricavato fu devoluto dall’Avvocato al restauro delle porte della chiesa, a quel tempo logore a fatiscenti.

Carmine Capone ricorda con grande commozione gli interventi prodigiosi del suo benefattore che lo ha sempre accompagnato e protetto. Racconta: “Era la notte del 13 febbraio 1957, allorché, giovanissimo vicebrigadiere dei Carabinieri, assegnato al Comando di una Squadriglia in Cagnano Varano (Foggia) per la repressione dell'abigeato (furto di bestiame), ingaggiai un conflitto a fuoco con dei malviventi, nel corso del quale un proiettile, esplosomi contro da uno dei malfattori, mi forò il berretto attraversando i capelli. Sarebbero bastati pochi altri millimetri, perché non fossi qui a poterlo raccontare. Quella stessa notte e probabilmente alla stessa ora, mia madre ebbe in sogno il nostro Santo Protettore San Ciriaco, a cui lei rivolgeva sempre le sue preghiere affinché mi proteggesse, sapendomi in una zona ad alto rischio. Il Santo, tenendomi la Sua potente mano in testa, le disse: "Non preoccuparti, gli sto vicino io".

La poverina si svegliò di soprassalto e soltanto in mattinata, appresa la notizia dalla radio che ero stato coinvolto in un violento conflitto a fuoco, si precipitò con mio padre a Cagnano Varano con un'auto presa a noleggio, per accertarsi del mio stato di salute. A testimonianza di ciò allego copia di un encomio solenne che mi fu concesso per tale operazione di servizio”.

Passano gli anni, ma il Santo non abbandona il suo devoto, che prosegue nel racconto delle grazie ricevute: “Dopo sei anni di attesa dalla data del mio matrimonio e dopo tante preghiere rivolte a S. Ciriaco, mia moglie diede alla luce un bel bambino, che però per i primi due giorni non volle prendere il latte materno, né altro nutrimento. Sfiduciato e distrutto dal dispiacere, mi addormentai su un lettino della clinica accanto a mia moglie e in sogno vidi San Ciriaco, che mi tranquillizzò "Hai visto che bel maschietto ti ho mandato? Sei contento?" e io di rimando: " Mio caro San Ciriaco, io ti ringrazio, ma se il bambino non mangia, morirà". Il Santo Martire, con una mano alzata
, come se avesse voluto tranquillizzarmi, mi disse: "Ora mangerà, non preoccuparti, mangerà". Mi svegliai di soprassalto e dissi subito del sogno a mia moglie. Dopo circa mezz'ora le infermiere della clinica, prelevato il bambino dal nido, lo portarono alla madre, e subito si attaccò al suo seno con una voracità indicibile. Non fu anche questo un miracolo?”.

Graziato della propria vita e di quella del figlioletto, Carmine Capone non esita a gettarsi anche nel fuoco per esprimere la sua riconoscenza al Martire esorcista. L’ occasione gli è fornita da un incendio. “Alle ore una circa dell'11 agosto 1961, quasi al termine dei festeggiamenti in onore di S. Ciriaco, divampò in chiesa un incendio di vaste proporzioni.ad altri volontari, corsi davanti alla porta della chiesa e miche l'interno sembrava una torcia. Tra il chiarore delle fiamme vidi ilSanto Protettore, il cui simulacro era esposto sulla sinistra dell'altarela festa, avvolto dalle fiamme. Dissi ai volenterosi: "Dobbiamo entrare e portare fuori la statua". Con un gesto repentino ci addentrammo tra le fiamme e riuscimmo con non poche difficoltà a portare fuori il Santo incolume dalla fiamme [
ndr: si noti che la statua è di legno]. Fummo accolti, insieme con il Santo Patrono, che sembrava un trionfatore, da un interminabile scroscio di applausi da parte del popolo in lacrime, accorso numerosissimo. Le campane suonarono a distesa, le popolazioni dei paesi vicini accorsero al suono delle campane ed ebbe inizio una solenne processione per le vie del paese che terminò quasi all'alba tra la commozione e le preghiere dei fedeli”.

Durante i festeggiamenti, il Santuario è gremito all’inverosimile fin dalle prime luci dell’alba. Per il paese si respira aria di gran festa. L’Avvocato di Solofra arriva tra i primi e prende posto (in piedi) presso le reliquie del suo protettore. Nessuno manca all’appello, anche chi non ama l’acqua santa e in chiesa non ci va mai. Ma per San Ciriaco fa un’eccezione.


Foto: la statua-reliquiario di San Ciriaco salvata dall'incendio.

PREGHIERA A SAN CIRIACO DIACONO E MARTIRE

O glorioso San Ciriaco, Voi che dal Pontefice S. Marcellino per il vostro zelo foste elevato alla dignità di Diacono della Chiesa Romana e che sopportaste con santa intrepidezza gli slogamenti delle membra, i laceramenti della carne, la pece bollente, e la morte stessa, volgete il vostro sguardo verso di noi, ed otteneteci la grazia di mantenerci sempre immobili nella nostra fede, malgrado tutte le tentazioni del demonio e di vivere così conformi al nostro Divino modello da meritarci una beata eternità.
Sì, o Martire insigne, oggi che tutto il mondo vi applaude e vi glorifica, fate sentire anche a noi la potenza del vostro braccio, anche a noi mostrate la vostra misericordia, anche a noi concedete le grazie che bramiamo, così sia.
Gloria al Padre...

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Reliquia del sangue di San Ciriaco


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