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Articoli
Santa Faustina Kowalska
la Segretaria della Divina Misericordia
Elena Kowalska nasce il 25 agosto del 1905 a G³ogowiec in Polonia, terza di dieci figli in una povera famiglia cattolica di contadini molto religiosi. Nel 1919, a soli 14 anni, Elena incomincia a lavorare come domestica in diverse famiglie. Intanto matura la vocazione religiosa e, dopo diversi ostacoli, finalmente il 1 agosto del 1925 entra come postulante nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia nella casa di Varsavia; il 30 aprile del 1926 entra nel noviziato, riceve l’abito monastico e assume il nome di suor Maria Faustina. Nei suoi tredici anni di vita conventuale svolge soprattutto mansioni materiali come pulizie, servizio in cucina, giardino e portineria. Sono anni straordinari dal punto di vista mistico ed ascetico e si succedono frequenti visioni soprannaturali caratterizzate da colloqui intimi ed intensi tra suor Faustina e Gesù Cristo, colloqui trascritti fedelmente, per ordine del padre spirituale don Michele Sopoæko, nel suo Diario che si configura come un capolavoro della letteratura spirituale di tutti i tempi, infondendo fiducia nei lettori e sprigionando il mistero insondabile di un Dio misericordioso che spesso preferisce il perdono alla pur giusta condanna. Il 22 febbraio del 1931, la sera della prima domenica di Quaresima, suor Faustina nella sua camera ha una visione di Gesù che descrive in questi termini: “La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l’anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse «Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero»” (Diario, 47). Il volto di Cristo è particolarmente dolce e premuroso ed invita i peccatori a non aver timore di lui, nonostante la quantità e gravità dei peccati commessi: “Le fiamme della Misericordia mi divorano; voglio riversarle sulle anime degli uomini” (Diario, 50). L’ immagine viene dipinta nel giugno del 1934 dal pittore Eugenio Kazimirowski. Questa immagine esprime un profondo significato teologico, simboleggia infatti l’amore infinito che Dio nutre nei confronti di ogni uomo: “I due raggi rappresentano il Sangue e l’Acqua. Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime (...). Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia. Tali raggi riparano le anime dello sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio” (Diario, 299). Gesù continua: “Per mezzo di questa immagine concederò molte grazie alle anime, essa deve ricordare le esigenze della Mia Misericordia, poiché anche la fede più forte, non serve a nulla senza le opere” (Diario, 742). Al culto di questa immagine Gesù ha associato speciali promesse come la salvezza eterna, l’evoluzione nella vita spirituale, la grazia di una morte felice ed altre grazie richieste.
Il culto della divina Misericordia
Nella visione del 22 febbraio 1931 Gesù chiede l’istituzione della festa della Misericordia: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia” (Diario, 49); “In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. L’anima che si accosta alla confessione ed alla santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine” (Diario, 699).
La festa deve essere preceduta dalla novena alla Divina Misericordia che inizia il Venerdì santo ed è stata scritta dalla stessa Faustina. Durante la novena si recita la Coroncina della Divina Misericordia: “Questa preghiera serve a placare la Mia ira. La reciterai per nove giorni con la comune corona del rosario nel modo seguente: prima reciterai il Padre Nostro, l’ Ave Maria ed il Credo; poi sui grani del Padre Nostro, dirai le parole seguenti: “Eterno Padre, io ti offro il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
Sui grani delle Ave Maria reciterai le parole seguenti: Per la Sua dolorosa Passione abbi misericordia di noi e del mondo intero. Infine reciterai tre volte queste parole: Santo Dio, Santo forte, Santo immortale: abbi pietà di noi e del mondo intero” (Diario, 476). L’11 dicembre del 1936 Gesù dichiara a Suor Faustina: “Nell’ora della morte difenderò come Mia Gloria ogni anima che reciterà questa coroncina, oppure altri la reciteranno vicino ad un agonizzante, ed otterranno per l’agonizzante lo stesso perdono. Quando vicino ad un agonizzante viene recitata questa coroncina, si placa l’ira di Dio e l’imperscrutabile Misericordia avvolge l’anima” (Diario, 811). Suor Faustina vive ogni attimo della sua vita in un costante spirito di orazione e di penitenza offrendo ogni difficoltà, contrarietà e problema in espiazione delle colpe dei peccatori, in modo particolare delle anime degli agonizzanti in punto di morte per i quali invocava, con fiducia estrema, il perdono di Dio. Nel corso della sua vita il Signore le elargì abbondanti grazie, tra le quali il dono della contemplazione, la profonda conoscenza della misericordia divina, l’ unione intima e sponsale con la Santissima Trinità oltre a visioni, apparizioni, le stimmate nascoste, la parola di conoscenza, il discernimento degli spiriti. Nel 1937 Gesù la chiama la segretaria della sua misericordia: “Sei la segretaria della Mia Misericordia: ti ho scelto per questo incarico in questa vita e in quella futura” (Diario, 1605). Alla fine, dopo intense sofferenze sopportate con serenità ed incrollabile fiducia in Dio, suor Faustina muore, a 33 anni, di tubercolosi il 5 ottobre del 1938 alle ore 22,45 ed è sepolta nella tomba comune del cimitero della sua Congregazione a Cracovia-£agiewniki; il 25 novembre del 1966 i suoi resti mortali vengono trasportati all’interno della cappella delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Il 2 agosto del 1955 il Vescovo di Gorzów approva la Congregazione di Gesù Cristo Redentore Misericordioso che fu ispirata da Gesù a suor Faustina. Il 20 settembre del 1967 il cardinale Karol Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, chiude il processo informativo diocesano sulla eroicità delle virtù di suor Faustina. Il 31 gennaio del 1968 si apre il processo di beatificazione della Serva di Dio suor Faustina Kowalska. Il 18 aprile del 1993 suor Faustina, creatura particolarmente prediletta da Gesù che a lei riservò profonde confidenze ed ogni tipo di grazia, viene beatificata a Roma in piazza San Pietro da Giovanni Paolo II che il 30 aprile, durante la celebrazione del Grande Giubileo del 2000, la proclama santa additandola come insigne messaggera della Misericordia divina che dona conforto agli sfiduciati e speranza ad ognuno di noi che, tra luci ed ombre, avanza nell’ enigmatico percorso della storia propria ed altrui.
Per approfondire
Santa Faustina e gli assalti diabolici
A santa Faustina non furono risparmiati assalti e tentazioni di varia natura da parte del demonio e dei suoi emissari. Nel suo Diario vengono annotati diversi episodi inquietanti, tutti superati con la fiducia incrollabile nell’ onnipotenza e nella misericordia divina:
“La fede rimane esposta al fuoco. La battaglia qui è accanita. L’anima compie sforzi; persevera accanto a Dio con l’impegno della volontà. Satana, col permesso di Dio, si spinge ancora più avanti; la speranza e l’amore sono alla prova. Queste tentazioni sono tremende! Dio sostiene l’anima come di nascosto -questo lei non lo sa- poiché diversamente non potrebbe resistere. E Dio sa quello che può inviare ad un’anima. L’anima è tentata di incredulità riguardo alle verità rivelate, di sincerità di fronte al confessore. Satana le dice: «Guarda, nessuno ti capirà; a che scopo parlare di tutto questo?». Nelle sue orecchie risuonano parole, da cui essa è terrorizzata e le sembra di pronunciarle contro Dio. Vede cose che non vorrebbe vedere. Sente cose che non vorrebbe sentire. Ed è una cosa tremenda in quei momenti non avere un confessore esperto; sopporta da sola tutto il peso. Ma per quanto è in suo potere dovrebbe procurarsi un confessore illuminato, poiché può spezzarsi sotto tale peso e spesso si trova sull’orlo dell’abisso” (Diario, 97).
“Finita l’adorazione, a metà strada verso la cella, fui circondata da un gran branco di cani neri, alti, che saltavano ed urlavano, mostrando chiaramente l’intenzione di sbranarmi. M’accorsi però che non erano cani, ma demoni. Uno di loro disse con rabbiosa malvagità: «Dato che questa notte ci hai portato via tante anime, ora noi ti facciamo a pezzi». Risposi: «Se questa è la volontà di dio misericordiosissimo, fatemi pure a pezzi, poiché l’ho giustamente meritato, essendo la più misera delle peccatrici, ma Dio è sempre santo, giusto ed infinitamente misericordioso». A queste parole risposero tutti insieme i demoni: «Fuggiamo, perché non è sola, ma c’è con lei l’ Onnipotente». E scomparvero come la polvere, come un rumore che giunge dalla strada, mentre io tranquillamente, continuando il Te Deum, andai in cella riflettendo sull’infinita ed insondabile Misericordia divina” (Diario, 320).
“All’improvviso la mia cella si riempì di ceffi neri pieni di malvagità e di odio contro di me. Uno di essi disse: «Maledetta tu e Colui che è in te, perché già cominci a tormentarci nell’inferno». Appena dissi: «Ed il Verbo si fece carne ed abitò in mezzo a noi», subito quei ceffi scomparvero rumorosamente” (Diario, 323).
“Appena mi misi a letto, mi addormentai subito, ma verso le undici satana diede uno scossone al mio letto. Mi svegliai immediatamente e cominciai tranquillamente a pregare il mio Angelo Custode. All’improvviso vidi le anime che stanno espiando in purgatorio. Il loro aspetto era come un’ombra e fra loro vidi molti demoni. Uno cercò di infastidirmi, gettandosi sul mio letto e sui miei piedi sotto forma di gatto ed era molto pesante, direi alcuni pud [ il pud è una misura di peso russa che equivale a 16 Kg]. Continuai per tutto il tempo a recitare il rosario. Sul fare del mattino quelle figure se ne andarono e potei prendere sonno. La mattina, quando arrivai in cappella, sentii nell’anima questa voce: «Sei unita a Me e non aver paura di nulla. Ma sappi questo, figlia Mia, che satana ti odia. Benché odi ogni anima, egli arde di un odio particolare contro di te, perché hai sottratto molte anime al suo dominio».” (Diario, 412).
“Questa sera mentre scrivevo sulla grande Misericordia divina e sul grande profitto che ne ricavano le anime, si precipitò nella cella satana con gran malvagità e furore. Prese il paravento e cominciò a farlo a pezzi per annientarlo. In un primo momento mi spaventai un po’, ma subito con un piccolo crocifisso feci il segno della santa croce. Immediatamente la bestia si calmò e scomparve” (Diario, 713).
“Venerdì mattina, mentre andavo in cappella per la santa Messa, vidi improvvisamente sul marciapiede un grosso cespuglio di ginepro e in esso un gatto orribile, che fissandomi con malvagità, voleva impedirmi di andare in cappella. Una sola invocazione del Nome di Gesù e tutto scomparve. Ho offerto tutta la giornata per i peccatori agonizzanti” (Diario, 873).
“In questo momento, mentre stavo scrivendo queste parole, ho sentito un urlo di satana: «Scrive tutto! Scrive tutto e con questo ci fa perdere tanto! Non scrivere della bontà di Dio, Egli è giusto! ». Ha gettato un urlo di rabbia ed è scomparso” (Diario, 1338).
“Pregando per i peccatori ed offrendo tutte le sofferenze sono andata incontro agli attacchi del demonio. Lo spirito maligno non poteva sopportare questo. Mi si è presentato sotto forma di fantasma e questo fantasma mi ha detto: « Non pregare per i peccatori ma per te stessa, poiché sarai dannata». Senza badare affatto a satana, pregai con raddoppiato fervore per i peccatori. Lo spirito maligno urlò di rabbia: «Oh, se avessi potere su di te! » e scomparve. Ho conosciuto che la mia sofferenza e la mia preghiera avevano tenuto legato satana ed avevo strappato molte anime dai suoi artigli” (Diario, 1465).
“Oggi ho visto la gloria di Dio che si propaga da questa immagine. Molte anime ricevono grazie, benché non ne parlino ad alta voce. Sebbene le sue vicissitudini siano di vario genere, Iddio ottiene gloria per suo mezzo e gli sforzi di satana e degli uomini malvagi s’infrangeranno e verranno annientati. Nonostante la rabbia di satana, la divina Misericordia trionferà sul mondo intero ed avrà il culto di tutte le anime” (Diario, 1789).
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